Quanto è cambiata la bellezza maschile negli ultimi 50 anni?
E, soprattutto, quanto è cambiato il nostro modo di giudicare la bellezza maschile?
Molto, in verità, e, di conseguenza, è cambiato il rapporto degli uomini con i prodotti cosmetici e di bellezza, con i quali mostrano di avere una famigliarità sempre maggiore.
In questo articolo andremo proprio alla scoperta dei canoni di bellezza maschile, tra passato e presente!
La percezione della bellezza maschile nell’era dei social network
Viviamo in un’epoca caratterizzata dalla frammentazione e dalla moltiplicazione delle istanze, da una gran velocità di circolazione di dati, informazioni e notizie, e, last but not least, dai social network.
Addirittura, riceviamo input che sono, a volte, l’uno il contrario dell’altro.
Ha senso, ancora, parlare di canoni estetici universali?
Forse sì, se facciamo il confronto con il passato!
I canoni estetici di cinquant’anni fa
Negli Anni 60 non esistevano gli smartphone, non esisteva internet e, tanto meno, c’erano i social network.
C’era, però, un vero e proprio rivolgimento culturale, sociale e politico. Era l’epoca delle contestazioni e della nascita di nuovi movimenti, come quello degli hippies e dei figli dei fiori. Le convinzioni conservatrici venivano messe in discussione, in nome della libertà.
Un tale rivolgimento non poteva non ripercuotersi anche sui canoni estetici, su quelli maschili in particolare.
Una delle cose che più saltano agli occhi è quanto poco muscolosi fossero i fisici degli uomini allora considerati icone di bellezza.
Gli uomini belli avevano fisici asciutti e tonici, ma non con i muscoli in evidenza. La palestra, insomma, ha decisamente preso piede nell’era contemporanea.
Passiamo ora ad un altro elemento particolarmente importante: i capelli.
Ebbene, a quei tempi la capigliatura era uno strumento per lanciare messaggi politici: i capelli afro, ad esempio, erano un messaggio contro la discriminazione razziale; ugualmente, i capelli lunghi negli uomini erano un segno di contestazione e di anticonformismo. Lo stesso valeva per barba e baffi: i volti ben rasati erano segno di una mentalità conservatrice.
Chi portava i capelli corti, invece, dava piuttosto un’immagine tradizionalista e conservatrice di sé.
Ma non solo: è proprio in quegli anni che si iniziano a scardinare gli stereotipi di genere: moltissimi uomini famosi mostrano un’immagine di sé androgina, a cavallo tra le due identità. Un esempio su tutti? David Bowie, senza alcun dubbio!
E oggi? Non uno o due, ma tanti canini di bellezza maschile
Oggi, nell’era della globalizzazione spinta e della informazione velocissima della Rete, la bellezza maschile si esprime i vari modi.
Spesso, i canoni di bellezza maschile sono diversi da Paese a Paese, da un gruppo etnico all’altro e, anche, da un ceto sociale all’altro.
In generale, possiamo dire che:
- Negli USA, l’uomo ideale è bianco, virile, abbastanza muscoloso e con un po’ di barba;
- In Messico, l’uomo deve essere più delicato e curato che negli Stati Uniti;
- In Brasile, l’uomo ideale è bianco e magari con gli occhi chiari, ma è abbronzato e sportivo.
- Un po’ ovunque, si è diffuso il modello di bellezza maschile cosiddetto hipster.
Potremmo andare avanti ancora per molto…Qual che è certo, però, è che gli uomini, un po’ ovunque, sono sempre più curati e che mirano ad una bellezza non finalizzata a dare messaggi politici o sociali, ma proprio a mettere in risalto le proprie qualità.
Gli uomini si depilano, si tingono i capelli, curano le unghie e usano prodotti per tonificare, idratare, curare e rendere più attraente pelle, mani, piedi, capelli e barba.
Un ambito, insomma, in cui era l’uomo a dover pedalare per raggiungere la parità con la donna e nel quale sta rapidamente recuperando terreno!